Il cibo nelle religioni
Il cibo nel cristianesimo
Nel cristianesimo non esistono
particolari regole alimentari, se non l’invito alla moderazione. Lo stesso
insegnamento di Gesù si discosta da quello ebraico:
«Non
ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo
rende impuro l’uomo! Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel
ventre e viene gettato in una fogna? Invece ciò che esce dalla bocca proviene
dal cuore. Questo rende impuro l’uomo» (Matteo 15,11.17s).
I cristiani osservano il digiuno o l’astinenza dalle carni in modo particolare durante la Quaresima, un periodo di penitenza, purificazione e riconciliazione con tutti in cui il digiuno può avvicinare l’uomo ad una maggiore umiltà. Il venerdì i cristiani non mangiano carne, mentre viene osservato il digiuno completo esclusivamente il mercoledì delle Ceneri e il venerdì santo.
Con la domenica di Pasqua i cristiani tornano a mangiare carne dopo il tempo dell’astinenza per festeggiare Cristo risorto: il consumo della carne, infatti, è da sempre associato a feste che celebrano una vittoria. Inoltre, non manca mai l’“uovo di Pasqua”, un simbolo di vita eterna (non ha né inizio né fine) che rimanda alla resurrezione di Gesù uscito dal sepolcro.
Il cibo nel mondo ebraico
Nell’ebraismo l’alimentazione è regolata dalle prescrizioni della Torah, che proibiscono la carne di maiale, di cinghiale e di coniglio, mentre prevedono il consumo di carni di mucca, pecora, capra e cervo; è consentito anche il consumo di volatili e pesci, ma soltanto quelli con squame e pinne. Tuttavia, anche gli animali permessi non sono ritenuti kosher, cioè puri e adatti, se non sono stati macellati in modo rapido e indolore, nonché accuratamente dissanguati. Inoltre, anche la cottura deve avvenire nel rispetto di norme ben precise, in particolare è vietata la cottura delle carni insieme al latte.
Gli ebrei attribuiscono un
particolare valore simbolico ai cibi che mangiano durante alcune festività. Per
esempio, durante lo Shabbat, gli ebrei recitano il Kiddush all’inizio del pasto
principale e benedicono il vino. In questo pasto compare anche la challah, un
pane dolce a forma di treccia, con il quale ogni famiglia inizia la cena del venerdì:
il primo pasto dello Shabbat. Il vino è simbolo di allegria, invece la challah
ricorda la manna di cui si cibarono gli ebrei nel deserto.
Durante la festa di Pesach viene
servita una grande cena (Seder) in cui vengono consumati nell’ordine il pane
azzimo, una zampa d’agnello, un uovo sodo, le erbe amare (sedano e lattuga) bagnate
nell’aceto, e l’haroseth, un composto di frutta, noci e miele. Questi cibi
rappresentano simbolicamente la schiavitù e la liberazione dall’Egitto.
A Rosh Hashanah, il capodanno
ebraico, durante la grande cena si mangiano anche cibi dolci, tra cui mele col
miele, come segno di speranza per il nuovo anno. Invece a Shavuot, la festa di
Pentecoste, tra i dolci degli ebrei italiani figura il Monte Sinai, un
marzapane preparato con uova, cedri canditi e un aroma intenso di fiori d’arancio.
Non va però dimenticato lo Yom Kippur, il giorno dell’espiazione dei peccati,
in cui gli ebrei osservano un giorno intero di digiuno.
🔄 Gli animali proibiti nella religione ebraica
Il cibo nell’islam
Nel mondo islamico l’alimentazione
segue le regole stabilite dal Corano e, in particolare, vieta in modo rigoroso il
consumo di bevande alcoliche perciò anche il vino è considerato illecito e
impuro anche in piccole dosi; la stessa cosa vale per l’aceto e la birra.
In particolare, la legge islamica proibisce la carne di maiale e suoi derivati, come salumi e prosciutti, ma anche la carne d’asino; non è invece vietato mangiare la carne di cavallo. Quindi, i fedeli islamici possono mangiare solo carne bovina, purché, secondo le norme halal, la macellazione avvenga limitando il più possibile la sofferenza degli animali e si proceda al loro totale dissanguamento, al fine di rendere la carne lecita e pura; per i pesci, invece, tali regole non sono necessarie.
L’islam prevede anche un tempo di astinenza e digiuno nel mese sacro di Ramadan: durante questo periodo ogni musulmano osserva il digiuno dall’alba al tramonto che viene interrotto con un pasto abbondante (Iftar) che inizia con la consumazione di un dattero. Durante il Ramadan, il digiuno è un atto di culto obbligatorio per tutti i musulmani: «O voi che credete, vi è prescritto il digiuno» (Corano 2,183).
🔄 I cibi proibiti nella religione islamica
Il cibo nelle religioni orientali
Nel mondo induista gli animali sono considerati sacri, perché, secondo la dottrina della reincarnazione, in essi risiedono le anime che stanno scontando gli errori di una vita precedente. Tra i vari animali un posto di rilievo spetta alla mucca sacra: simbolo di fertilità e abbondanza, è una grande fonte di nutrimento (latte tutti i giorni, formaggio, burro e yogurt). Quindi, nella maggior parte degli stati indiani è vietata la macellazione delle mucche, che spesso si aggirano indisturbate nelle città.
Molti fedeli indù, soprattutto coloro che appartengono alla casta superiore, hanno un'alimentazione vegetariana, segno di distinzione sociale. Coloro che non appartengono a nessuna casta,
cioè i paria, possono consumare la carne; tuttavia, la professione dei macellai
è ritenuta impura.
Nel buddhismo andrebbe privilegiata una dieta vegetariana secondo quanto stabilito dalle regole del Buddha anche se non viene vietato un consumo moderato della carne. I monaci, invece, seguono un regime alimentare di tipo rigorosamente vegetariano, accompagnato a periodici momenti di digiuno, per favorire la loro crescita spirituale e avvicinarsi all’illuminazione.