La denuncia del male
Fino a non molti anni fa la
resistenza tedesca al nazismo era ancora un fenomeno molto poco conosciuto al
grande pubblico, sia in Germania che nel resto del mondo. Il tema della
colpa collettiva aveva prevalso a lungo, determinando un’opera di rimozione che
escludeva a priori l’esistenza di un’“altra
Germania” capace di ribellarsi al Terzo Reich nei modi più disparati.
Nell’immediato dopoguerra i militari tedeschi che si erano opposti alla
barbarie nazista furono visti con sospetto, molti vennero accusati di “kriegsverrat” (tradimento) nei confronti del regime e in
alcuni casi persino condannati dalle corti militari.
1. August Landmesser
August
Landmesser divenne famoso perché nel 1936 si rifiutò di fare il saluto nazista
in mezzo alla folla, un gesto che era considerato come la firma sul certificato
della propria morte.
Il suo fu un atto d’amore per Irma Eckler, la donna ebrea che
aveva sposato e dalla cui unione nacque Ingrid. Dopo aver tentato di fuggire in
Danimarca furono arrestati al confine.
August Landmesser lavorava come operaio presso l’arsenale navale
di Amburgo e fu l’unico tra centinaia di operai e autorità a non fare il saluto
nazista nel corso del corteo per l’inaugurazione del varo della nave scuola, la Horst
Wessel, della marina militare tedesca.
2. Franz Jägerstätter
Franz Jägerstätter è un contadino austriaco che, unico nel
suo paese, vota no al referendum sull’Anschluss con cui i nazisti si
impossessano dell’Austria. Vangelo alla mano, Franz matura una decisione
radicale: non può professarsi cristiano e aderire a un Führer come Hitler,
dispregiatore della dignità dell’uomo, nemico del cristianesimo, un dittatore
che annichilisce l'individuo. Quando riceve la chiamata alle armi, Jägerstätter
sa cosa dire: «Dio mi ha dimostrato che devo decidermi se essere
nazista o cattolico». E lui ha scelto il Dio della pace, non uno stato omicida
che sta incendiando l'intera Europa. Viene decapitato in Germania nello stesso
carcere in cui fu recluso Dietrich Bonhoeffer.
Queste le sue parole scritte in una lettera alla moglie
qualche giorno prima dell’esecuzione: «Scrivo con le mani legate, ma preferisco
questa condizione al sapere incatenata la mia volontà. Non sono il carcere, le
catene e nemmeno una condanna che possono far perdere la fede a qualcuno o
privarlo della libertà».
Trailer del film “La vita nascosta” (2005)
3. Sophie Scholl e la Rosa Bianca
Il gruppo studentesco della Rosa Bianca, attivo
principalmente a Monaco di Baviera tra il giugno del 1942 e il febbraio
1943, è uno dei più conosciuti movimenti di resistenza al regime
nazista, pur non essendo tra i più organizzati e “politicamente”
importanti.
La Rosa
Bianca era composta da cinque studenti: Hans e la sorella Sophie
Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf, tutti poco più che
ventenni.